Ho sete, significa che sono vivo..
che importa se l'ultimo o il primo,
il cuore vuol battere ancora, ancora..
Oh, sabbia rossa e deserto
la sento negli occhi, in fondo ai miei occhi,
salire dal mare, passando dal cuore..

lunedì 7 maggio 2007

La collera tra noi (di Manuela Vigorita)

Nel capitolo Hoben del Sutra del Loto la parola coraggio è scritta così: mushoi. Letteralmente significa “senza paura” e corrisponde a uno degli attributi del Budda. Coraggio. Mushoi è una parola bella. È un coraggio bello e potente e felice, quello di imparare a lottare contro i veleni che inquinano la nostra esistenza, contro i veleni che uccidono la felicità.
Il coraggio di combattere il male, allora, non sarà un’altra guerra come le altre. Non ci saranno vittime, né carnefici. Non ci sono vite condannate a morte, deportazioni, fucilazioni. Non ci sono parole che umiliano, pensieri che odiano, non c’è il gusto del potere. C’è la fatica di inventarsi un modo. Di scovare ogni volta parole e azioni non previste dagli schemi mentali dell’opposizione, dell’essere contro tutto e tutti, dell’affermare sé a scapito di altri. C’è la fatica dell’imparare a tradurre i sogni in realtà, dell’imparare a non farsi vincere dagli ostacoli, dalle difficoltà, la fatica di non fermarsi di fronte a niente, di fronte a nessuna paura. La fatica di rimanere dove si è, senza scappare, e da lì imparare ad amare, a parlare, ad agire pensando alla felicità degli esseri umani: tutti, non solo alcuni, non solo i più ricchi, i più potenti, i più fortunati.
«Non c’è bisogno che chi pratica il Sutra del Loto lasci il suo posto e vada altrove – si legge negli Insegnamenti orali di Nichiren Daishonin – Ora i luoghi dove Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, che siano vallate, montagne o selve, sono tutti terre di luce eternamente tranquilla». Il Buddismo di Nichiren insegna a ricercare l’Illuminazione dove si è, in questo mondo di saha, anche in mezzo a orrori, cose che fanno male, ingiustizie e dolori.
«Ma se, come implica il termine sanscrito saha (sopportazione) – scrive, commentando questo brano, Ikeda – questo è un mondo in cui le persone devono continuamente soffrire, come è possibile chiamarlo terra di luce eternamente tranquilla? Nel capitolo Juryo del Sutra del Loto il mondo di saha assume un significato diverso: da luogo di tragedia diventa il “palcoscenico della liberazione dell’umanità” su cui il Budda continua a salvare gli esseri umani in mezzo a ogni sorta di difficoltà». Senza paura, senza pregiudizi, senza veleni.
Per combattere la collera non c’è bisogno di altra collera. Per combattere la violenza non c’è bisogno di altra violenza. Per combattere la perversità del potere non c’è bisogno di potere. Ci vuole coraggio, il coraggio di riconoscere e combattere il male della collera, dell’odio, dentro e fuori di sé.
Tratto da : Buddismo e Società n.88 settembre ottobre 2001

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